Verbale della Giuria ed. 27 - Gruppo Alpini Arcade


Associazione Nazionale Alpini


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Verbale della Giuria ed. 27

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di Treviso e Gruppo di Arcade

PREMIO LETTERARIO
Parole Attorno al Fuoco
PREMIO NAZIONALE PER UN RACCONTO SUL TEMA

“La Montagna: le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, i suoi problemi di ieri e di oggi”

XXVII EDIZIONE - Arcade, 8 Gennaio 2022
VERBALE DELLA GIURIA



La pandemia da Covid 19 continua a colpire, ma non a bloccare il concorso letterario “Parole attorno al fuoco”, che a ranghi ridotti si presenta alla ribalta della 27a edizione. Come accaduto lo scorso anno, infatti, meno concorrenti del solito, eppure “di qualità”. E dunque, ranghi ridotti, ma… serrati, in perfetto ordine, volendo dare un’immagine militare! Cioè, un complesso di racconti di buon livello, con le eccellenze dei primi classificati e dei meritevoli dei riconoscimenti speciali.
 
I segnalati sono:
 

 
Il bosco delle melodie perdute
 
di Giovanni Scanavacca - Lendinara (RO)
 

Un pettirosso combattivo
 
di Pierluigi Tamborini - Casier (TV)
 

Il libro dei morti
 
di Michele Piccolino - Ausonia (FR)
 

Come dita di una mano
 
di Loreta Chenetti - Belluno
 

La cordata dell’Averau
 
di Francesco Paloschi - Mestre (VE)
 

Mato de guera
 
di Stefano Talamini – Torri di Quartesolo (VI)
 

Voglio sentire la neve
 
di Cristina Maria Lora - Valdagno (VI)
 

La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI
 

“Trofeo Cavalier Ugo Bettiol” per un racconto su tema di particolare attualità a:
 
Polvere di marmo di Marinella Miconi - Arona (NO)
 

Le scelte che si pongono nella vita per affrontare il domani; un futuro che comunque pagheremo, dovendo rinunciare a qualcosa. Il costo è alto, nulla ci è dato gratuitamente. È un racconto del dubbio, per così dire, in cui l’indecisione è sofferenza. Qualunque scelta farà la protagonista, costituirà uno strappo: dall’ambiente naturale delle Alpi Apuane in cui è cresciuta, e dall’amore di un uomo che invece a quella realtà umana, sociale, e paesaggistica non rinuncerà mai. Un’emblematica vicenda di situazioni caratterizzanti generazioni, storia non soltanto della protagonista del racconto, dunque, bensì di tanti di noi, resa con pathos, interiorizzazione psicologica profonda, e un finale a sorpresa, in e con un ritmo narrativo coinvolgente.
 

 
“Rosa d’argento Alpino Carlo Tognarelli” per un racconto avente come protagonista una donna a:
 
Passo svelto e ‘vanti ‘ndare di Rachele Fattore - Roma
 

 
Nata con una guerra alle spalle e una davanti, scrive la protagonista di questo “amarcord” in chiave veneta (luoghi e paesaggi) un io narrante che si è ispirato alla vita di una vecchia signora. I recuperanti fra storia e leggenda, audaci, se non spregiudicati nell’arduo, pericoloso impegno postbellico; misteri di soldati morti che ancora non riposano in pace, di ossa (e ossi) ritrovate, di ansie notturne che vedono al centro quale protagonista una dodicenne coraggiosa e amabile, con la sua famiglia, in ambienti montani di sconfinato respiro. Il racconto è caratterizzato da una prosa musicale (quasi), con ritmi adatti a luoghi, atmosfere, sentimenti e sensazioni intimamente provate.
 

La Giuria proclama vincitori della ventisettesima edizione del Premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”:
 

Leggero di Katia Tormen - Valbelluna (BL) - 3° classificato
 

Adunate: spesso luoghi-occasioni di incontri fra commilitoni a distanza di anni, invariabilmente caratterizzati da ricordi condivisi di avventure, esperienze, operazioni sul fronte della solidarietà. È appunto uno di questi ultimi eventi che, fuor di retorica, ma non senza un vivo, partecipe, sentimento del cuore, l’autrice dispiega sulla pagina. Il ricordo richiamato da un vecchio amico perso di vista, ma ritrovato all’adunata, appunto, rimanda alla primavera del 1999 - Valona, kosovari soccorsi, sfamati dai nostri, una bimba (Amina) che si affeziona a quel “gigante buono” col cappello con la penna nera e la madre che vorrebbe lui se la portasse in Italia, per una vita migliore… Si procede nella lettura con un’ansia pari a quella di madre e bimba, e il finale, ancorché inaspettato, non delude…  Prosa ora a ritmo battente, a “rilento” per così dire, poi, nelle riflessioni-introspezioni di quell’alpino generoso.
 

Il mio tenente di Carlo Montenapoleone - Palmi (RC) - 2° classificato
 

Quando si conosce la storia, quando si riesce e penetrare nell’intimo dei soldati che in certe circostanze (disperate) rivelano tutta la loro umanità, quando si ha un cuore generoso, ecco che si può scrivere una pagina di alto valore. Letteratura e vita qui sono tutt’uno: con l’alpino che trascina nella neve della steppa il corpo gravemente ferito del suo tenente, l’ufficiale medesimo che (invano) esorta il soccorritore a lasciarlo morire per porsi in salvo, due sposi russi che danno loro ricovero, ecco un racconto aderente a quel che poté accadere nella sciagurata campagna di Russia, con gesti di solidarietà, gesti d’amore rivelanti quanto l’uomo, pur spesso colpevole d’infamie, ugualmente sappia a volte elevarsi ad altezze morali e spirituali stupefacenti, nell’infuriare di una incomprensibile guerra. Una prosa aderente a una realtà tragica è ritmata sul sentimento del dolore e dell’amore.
 

Tutte le stelle del creato di Danila Barel – Cappella Maggiore (TV) - 1° classificato
 

Fra stelle alpine e stelle cadenti di San Lorenzo, per una delle quali esprimere un desiderio, si dipana la storia familiare dei genitori e della figlioletta cieca, dotata peraltro di altre vive sensibilità, come accade spesso a chi è afflitto da un handicap. Con un di più, per questa bambina, di un coraggio non comune: alla ricerca di aiuto per il padre ferito e privo di sensi a causa di una caduta accidentale in casa. Lungo l’aspra via montana che la condurrà dalla madre nell’abitazione di un’amica, appoggiandosi a un bastone e ricordando un percorso mai fatto da sola, ci sono ansia, preoccupazione, ma pure determinazione nel voler salvare il genitore. Il dramma della cecità della bimba, subìto soprattutto dal padre, sopportato con la speranza di un domani migliore dalla madre, viene accettato dalla piccola, alla quale non difettano sensibilità e voglia di vivere, nonché gioia per le scoperte della realtà circostante attraverso le descrizioni della mamma. Delicato racconto non privo di accenti di poesia, di un piccolo, intimo mondo familiare nel più ampio scenario dei monti.

Giovanni Lugaresi
presidente della Giuria
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