Verbale Giuria ed. 19 - Gruppo Alpini Arcade


Associazione Nazionale Alpini


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Verbale Giuria ed. 19

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di Treviso e Gruppo di Arcade

PREMIO LETTERARIO
Parole Attorno al Fuoco
PREMIO NAZIONALE PER UN RACCONTO SUL TEMA

“La Montagna: le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, i suoi problemi di ieri e di oggi”

XIX EDIZIONE - Arcade, 6 gennaio 2014
VERBALE DELLA  GIURIA



La caratteristica dell’edizione numero diciannove del concorso letterario per un racconto inedito “Parole attorno al fuoco: “Genti, soldati e amanti della montagna: storie e problemi di ieri e di oggi” (dopo la magra dello scorso anno) è rappresentata dall’alto numero di partecipanti. Se infatti nel 2012 i racconti pervenuti non avevano raggiunto la trentina, in questa occasione eccoci a quota 63. E con una conferma, quella della provenienza: dalla Sardegna, dalla Sicilia, da Belgrado, dalla Repubblica di San Marino, dal Lazio, dal Piemonte, dalla Lombardia, dall’Emilia-Romagna e, ovviamente, dal Triveneto, eccetera.
Ed ecco i racconti segnalati:

AGGUATO SUL MONTE PIANA
di Walter Serra – Fiorentino (Repubblica San Marino)

SETTE SOLDATI
di Federico Torresan - San Vito di Leguzzano (VI)

MINA
di Vanes Ferlini - Imola (BO)

LA SENTINELLA
di Pierluigi Tamborini - Dosson di Casier (TV)

MONTENEGRO
di Oscar Tison - Vodo di Cadore (BL)

LEI
di Rita Mazzon - Padova

IL SENTIERO DELLE ANIME PERDUTE
di Enrico Brambilla - Almenno San Bartolomeo (BG)

La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI:

"Trofeo Cavalier Ugo Bettiol” per un racconto sul tema di particolare attualità a:
LICENZIATO di Luigino Bravin – Conegliano (TV)

Perso il lavoro, persa la fiducia, presa una decisione. Non quella di lasciarsi vivere, ma di lasciar vivere gli altri: la moglie nella fattispecie. C’è una sorta di smagamento, una amaritudine amarissima (per dirla col salmista) nelle considerazioni e nella decisione estrema presa dal protagonista, che lascia tutto e tutti, si ritira in montagna, alleva animali, produce formaggi, e in una sorta di recupero a contatto con la natura, prosegue lungo il cammino dell’esistenza. Fino a quando, il “male di vivere” che era stato, diventa un autentico male fisico incurabile al quale il protagonista va incontro con stoica consapevolezza. Il dramma esistenziale di una persona è resa dall’autore con asciuttezza di prosa, sobrietà di toni, profondità di psicologia. Il finale secco, e toccante a un tempo, ci fa pensare a quella “ultima porzione di stelle” del tenente Drogo di Buzzati.

“Rosa d’argento Manilla Bosi, sposa, madre e sorella di Alpini” per un racconto avente come protagonista una donna a:
MARIETA di Ferdinando Zanatta – Castelfranco Veneto (TV)

Saggezza, spirito di iniziativa, generosità sono spesso caratteristiche dell’elemento femminile. E all’insegna di queste caratteristiche si dipana un racconto di semplicità, che scorre fluido in un borgo montano dove la lotta per la vita è sempre dura. L’autore evita le scorciatoie della retorica, facile in una “materia” come questa, per darci uno spaccato dello spirito di intrapresa da un lato, e del sentimento del cuore (dall’altro) che affonda le radici nella fede cristiana.

La giuria proclama vincitori della diciannovesima edizione del Premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”:

FRAGILE FORZA di Barbara Cannetti – Corlo (FE) – 3° classificato
Si ritrovano dopo anni, due amici che avevano preso strade diverse, se non opposte, uno dei quali si è ritirato a vivere in montagna. L’incontro è propiziato da una “disposizione” medica per uno dei due: fare una pausa. Eccoli allora di nuovo insieme, e insieme, a ruoli invertiti, riscoprire il senso di libertà offerto dalla montagna, la bellezza della natura con le sue creature stupende, a incominciare dai rapaci. E a trovare, lassù, un equilibrio del vivere e la forza insita nella speranza.

L’ULTIMO BORGO di Maria Cristina Di Dio - Calascibetta (EN) – 2° classificato
Due donne, due vite, due anime, nel turbine della guerra, in una fuga per evitare i tedeschi. Una forte, piena di energie, l’altra malata, spossata, disperata (quasi). L’una sorregge l’altra in un arrampicarsi lungo vie impervie per raggiungere un rifugio, un posto sicuro dove ci sono amici in attesa. Fatica, sofferenza, speranza. E il profumo di una gente ricca di umanità che ti accoglie, ti protegge e capisce il tuo dramma di donna ebrea fuggita dal lager, consapevole della sua dignità. Un ritmo pressante, angosciante a volte, rende coinvolgenti i fremiti, i dubbi, di due creature alla ricerca di quel rifugio che per la donna ebrea sarà l’ultimo, ma un dolce, accogliente rifugio.

LA STORIA DI NETA di Alessandro Borgotallo - Mondovì (CN) – 1° classificato

Aspettare l’arrivo di una corriera, ogni giorno, scendendo in paese dalla casa fra gli alberi: un giorno dopo l’altro, alla stessa ora, la stessa corriera… E’ l’attesa di un figlio che non ritorna, di un figlio che dalla guerra non è tornato. Dall’Albania sì, dalla Russia, non più. Ma quel cuore di madre era rimasto aperto alla speranza; per questo, ogni giorno, alla stessa ora, Neta era lì, in attesa. Poi, non vedendolo scendere dalla corriera, quel figlio, rientrava a casa, ma la speranza restava così forte da farla tornare l’indomani. Una lunga storia di giorni, di settimane, di anni, raccontata con toni sobri, delicati, toccanti, quei toni che si addicono ad esprimere il sentimento del cuore di una madre – sentimento, non sentimentalismo.

Giovanni Lugaresi
Presidente della Giuria
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