Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso

 

Premio letterario nazionale

Parole attorno al fuoco

XXII^ edizione - Treviso,8 Gennaio 2017

per un racconto sul tema:

"La Montagna:le sue storie,le sue genti,

   i suoi soldati i suoi problemi di ieri e di oggi"

 

 

 

 

Verbale della Giuria

                                  

 

Nell’anno dell’adunata nazionale di Treviso, intitolata al Piave, e in questo arco di tempo in cui si ricorda la Grande Guerra, ecco all’appuntamento col Premio Parole Attorno al Fuoco, cinquantanove autori provenienti da tutta Italia. E fra questi autori la giuria non ha avuto difficoltà a riconoscere eccellenze meritevoli di riconoscimento, valutando pressoché all’unanimità i testi primi classificati.

I racconti segnalati sono:

  L’ULTIMO DEI CABUR

di Mario Magnin di Cison di Valmarino (Treviso)

STORIA D’ALPINO, DI UN MULO E DI UN BAMBINO

di Martina Pastori di Rho (Milano)

STELLE CADENTI

di Roberto Cipolato di Funo di Argelato (Bologna)

 TUTTO IL FIATO CHE RESTA

di Jacopo Azzimondi di Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia)

  GLI SCARPONCINI DA MONTAGNA

di Fiorella Borin di Milano

IL PRINCIPE DI NEVE

di Davide Bacchilegna di Lugo (Ravenna)

 SCOGLIO DURO DI UOMINI

di Gian Domenico Mazzocato di Treviso

 

 La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI:

 

Trofeo Cavalier Ugo Bettiol” per un racconto su tema di particolare attualità a:

UN POSTO RIPARATO TRA LE MONTAGNE di Davide Coltri di Caprino Veronese

Si scioglie in tono discorsivo, quasi in presa diretta, per così dire, il racconto in prima persona di un incontro, di un’esperienza, fra montagne che non sono quelle italiane. Kurdistan, lotta dei nostri giorni, e uno scambio di opinioni, di idee, al centro delle quali la saggezza di un soldato che combatte l’Isis spiega il perché tanti si uniscano all’Isis: “Perché hanno dimenticato il limite”. E questa escursione in mezzo alla natura a un certo punto si fa catarsi, perché “dalla cima delle montagne siamo riconciliati con il nostro limite e siamo in pace”.

 

Rosa d’argento Alpino Carlo Tognarelli” per un racconto avente come protagonista una donna a:

UNA GERLA APPESA A TIMAU di Pieraugusto De Pin di Arcade (Treviso)       

 Nel clima celebrativo della Grande Guerra, con il mito degli Alpini, crea suggestioni profonde anche quello delle portatrici carniche, in primis la mitica Maria Plozner Mèntil, medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Il racconto si dipana fedele alla storia, ma con quel di più di inventiva dell’autore che costruisce dialoghi e stati d’animo di una umanissima quotidianità vissuta pericolosamente con la consapevolezza di dover fare, di dover donare, di questa eroica donna e delle sue generose amiche.

 

La Giuria proclama vincitori della ventiduesima edizione del premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”:

 

      ANASSO E LO SCONCIO di Adriano Stella di Spresiano (Treviso) 3° classificato

Anasso (così si chiamava il Piave fino al sesto secolo) è il nome di un mulo e lo “sconcio” era il conducente di questi quadrupedi. Una umanissima e originale realtà scarpona entrata a pieno diritto nel mito degli Alpini, una storia lunga e ricca di eventi spesso straordinari. In questo racconto, il rapporto fra conducente e mulo, in un contesto militare di guerra è reso con un ritmo narrativo avvincente, tale da coinvolgere anche chi per la prima volta viene a contatto con questa realtà.

 

LA CROCE di Rita Mazzon di Padova 2° classificato

Il ritorno nella casa dell’infanzia, il contatto con oggetti cari appartenuti ai genitori, costituiscono il viatico a una scoperta fra vecchie carte trovate in un cassetto. La vicenda riguarda il nonno dell’io narrante, nella Grande Guerra, e la rievocazione di un incontro di due nemici, attraverso una lettera del militare austriaco catturato dagli Alpini, che negli occhi dell’ufficiale italiano non trova odio, “solo misericordia”. Entrambi di religione cattolica, si scambiano alcuni oggetti e l’austriaco riceve una croce di ferro, la stessa che spedirà nel dopoguerra al figlio dell’ex “nemico”, nel frattempo deceduto. Con toni soffusi, quasi una lenta avvolgente sinfonia, l’autrice crea atmosfere e propone riflessioni su conflitti e potere, azioni belliche, senza trascurare il rapporto instaurato fra i due nelle escursioni in montagna, luoghi da scoprire, il cui respiro tocca lo spirito.

  

L’ATTILIO di Stefano Talamini di Torri di Quartesolo (Vicenza) 1. classificato

 Due fraterni amici, Attilio, Severino, e la guerra: uno non la vuol fare e non la farà, nascosto fra i monti; l’altro riuscirà a tornare a baita dopo la ritirata di Russia, ma con problemi di salute (agli arti inferiori), e non volendo esporsi, dopo l’8 settembre, starà ugualmente nascosto in quel di Cortina. Ma l’Attilio, con non comune coraggio e senso del sacrificio, si sobbarcherà l’onere, il peso non soltanto morale, ma pure fisico, di una movimentata avventura. Caricarsi il povero amico e “aggiustarselo” sulle spalle compiendo a tappe un lungo percorso. Nella descrizione di questo faticoso cammino, il lettore viene coinvolto in virtù di un sapere narrar scorrevole, fra timori, pause, cedimenti di forze, speranze, fino all’epilogo di fine guerra che vedrà l’Attilio, a suo tempo compare di nozze dell’amico, pronto a far da santolo “a qualcuno che stava arrivando da un altro ben misterioso viaggio”... Un inno all’amicizia, vera, “praticata”, senza cedimenti alla retorica

                                                                                                                                                 Giovanni Lugaresi

                                                                                                                                             presidente della Giuria