Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso

 

Premio letterario nazionale

Parole attorno al fuoco

XVIII^ edizione - Arcade, 5 Gennaio 2013

per un racconto sul tema:

"Genti, soldati e amanti della montagna:

storie e problemi di ieri e di oggi"

 

Verbale della Giuria

 

 

       

                VERBALE DELLA GIURIA

 

E’ arrivato a quota diciotto il concorso letterario per un racconto inedito “Parole attorno al fuoco”, espressione di quella sensibilità culturale che contraddistingue la sezione Ana di Treviso, forte anche di due altre realtà: lo spazio Portello Sile, il “Progetto Bedeschi” (parole e musica, per così dire, del Gruppo di Onigo).

 I partecipanti sono stati quest’anno in numero nettamente inferiore rispetto a quello delle precedenti edizioni; tuttavia, la loro provenienza testimonia di un interesse a livello nazionale: dal Triveneto alla Lombardia, dal Piemonte al Lazio.

   Ed ecco i racconti segnalati:

            

         LA GUERRA DI CHI RESTA

       di Katia Tormen – Trichiana (Belluno)

 

            LA CASSETTA DI ZINCO

  di Enrico Brambilla – Almenno San Bartolomeo (Bergamo)

 

       CHE OCCHI GRANDI CHE HAI

    di Paola D’Agaro – Pordenone

 

       UNA LAVAGNA BIANCA

    di Laura Casati Gatti – Voghera (Pavia)

 

          LA VIA DI LORENZO

 di Giovanni Scanavacca – Lendinara (Rovigo)

 

        LA CIMA DELLA GUIDA

   di Antonio Sisana – Sondrio

 

        MONTE BRUSEIS

     di Adriana Robba – Cuneo

 

La Giuria conferisce come segue i PREMI SPECIALI:

 

“Trofeo Cav. Ugo Bettiol” per un racconto sul tema di particolare attualità a:

 

VENTI ORE DI TRENO di Vanes Ferlini – Imola (Bologna)

 

Al viaggio reale, odierno, su un treno che attraversa l’Italia da Belluno alla Sicilia, si unisce un viaggio mentale, per così dire, arretrando nel tempo attraverso la lettura di lettere ingiallite di un nonno scomparso nel turbine della Resistenza. Pagine come un diario, lette e meditate dal giovane nipote, motivo di riflessione da un ieri di dolore e di morte a un oggi di libertà. Nell’alternarsi temporale di eventi e pensieri, spiccano momenti di commozione.

 

“Rosa d’argento Manilla Bosi sposa, madre e sorella di Alpini” per un racconto avente come protagonista una donna a:

     VENUTA di Paolo Volpato – Roma

 

Una donna misteriosa, una vita appartata, una figura minuta, di nero vestita, in una piccola casa con la porta sempre aperta. Quante congetture di bambini su quella presenza “strana”… Poi si cresce e un giorno, scomparsa la donna, la scoperta entrando nella dimora vuota. Un amore lontano nel tempo (la guerra) e nello spazio (la Russia), una fedeltà oltre la morte del soldato vanamente atteso. Tocchi delicati di prosa, forti sentimenti bene espressi, quando ancora c’erano donne in attesa di ritorni.

 

  La giuria proclama vincitori della diciottesima edizione del Premio “PAROLE ATTORNO AL FUOCO”:

 

 STELLA di Rita Mazzon -  Padova 3° classificato

Quando la vecchiaia di una inferma ridotta su una carrozzella bussa alla porta, si apre una valigia: la valigia della vita, dei ricordi, guardando la parete bianca della sua stanza come una montagna, la montagna materna ma anche fatale, come quella volta che…

 In un soliloquio di amari ricordi, di presenze familiari perdute, si consumano gli ultimi giorni di un’esistenza trascorsa al cospetto della “intatta montagna”. Toni sommessi, nella lenta esternazione di uno stato d’animo fatto di rassegnazione.

IL VERDE DELLA MONTAGNA di Mariagrazia Nemour – Borgiallo (Torino)  2° classificato

 

 Due solitudini, due vicende personali intime, un uomo e una donna con provenienze diverse, con esperienze diverse: per lei la memoria dell’amatissimo marito morto, per lui, innocente, la riapertura di una vicenda processuale con l’accusa di omicidio. Lunghi silenzi interrotti dalle parole soltanto quando è necessario parlare, un’arrampicata,  e la nascita di un’amicizia: vera, seria, sentita, senza sdolcinature, senza ambiguità. Il tutto, reso da una prosa scorrevole sia nei dialoghi, sia nelle descrizioni d’ambiente.

   SCOMPARSI di Luigino Bravin – Conegliano 1° classificato

E’ una “storia povera” (non una povera storia!), quella che si dipana in un ambiente d’altri tempi, con valori religiosi e umane virtù professati e manifestati nella realtà quotidiana, del lavoro, del sacrificio, dell’attaccamento alla famiglia, anch’essi oggi desueti. Un senso quasi magico percorre un racconto che affonda peraltro le radici nel realismo di vite dure, e duramente vissute, ma sempre nell’abbandono alla Provvidenza in virtù di una fede semplice che porta all’accettazione della sventura;  certo, anche con il dubbio che una Provvidenza esista, ma pervenendo a una catarsi in cui visioni di innocenza preludono al passaggio finale nel mondo dei più: fra colori, refoli di vento, tremolii di foglie, vortici di polvere… e luci.

                                         

                                                   

                                                           Giovanni Lugaresi
                                                                                                              Presidente della Giuria