Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso

     

                            Rassegna Stampa da Radio Veneto 1

 

FAVILLE INCERTE: IL PANEVIN DI ARCADE NON SVELA IL 2012

             Oltre 5mila spettatori per la tradizionale festa organizzata dagli Alpini


 

ARCADE - “A mattina” oppure “a sera”? Sono state indecise sulla direzione da prendere, quest'anno, le faville del panevin di Arcade, il più grande della Marca, acceso la sera della vigilia dell'Epifania. Una metafora, forse, dell'incertezza dell'epoca attuale. Difficile, dunque, anche il tradizionale pronostico sull'anno appena iniziato: anche a causa del vento teso, i piccoli frammenti infuocati prima si sono diretti verso est (mattina, appunto) lasciando intendere una previsione negativa secondo l'adagio popolare “ciapa el saco e va a farina”, in seguito però, hanno virato decisamente verso ovest, a sera, direzione foriera di un'annata di abbondanza in ossequio al detto “de poenta pien a caliera”. Il governatore Luca Zaia ha optato per questa seconda interpretazione: “Speriamo che in quest'anno si esca dalla crisi”, ha commentato il presidente della Regione, dopo aver appiccato per primo le fiamme alla catasta, insieme al sindaco Domenico Presti e al capogruppo degli Alpini di Arcade Florindo Cecconato. E' stata la 45esima edizione del panevin di Arcade, per la prima volta allestito in piazza Vittorio Emanuele anziché sul sagrato della chiesa. Le penne nere dell'Ana, da sempre organizzatrici della manifestazione, avevano iniziato a raccogliere la legna il 26 dicembre. La costruzione della pira vera e propria ha richiesto 2-3 giorni. L'immane falò ha richiamato oltre 5mila persone. E quando tutti gli spettatori erano ormai a letto, i volontari, con ruspa e rimorchi, hanno provveduto a rimuovere ceneri e braci: a mezzogiorno dell'Epifania la piazza era di nuovo completamente sgombra.

 

 

 

 

Rassegna stampa da il Gazzettino

 

 

Zaia al panevin di Arcade: «Questa
sera i fuochi bruciano l'annus horribilis»

Il presidente della Regione in "tour" tra i fuochi dell'Epifania
«La speranza è che il 2012 consumi la coda finale della crisi»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
TREVISO - «Secondo gli esperti che ho interpellato questo sarà l'anno della fine della crisi: i panevin di questa sera bruciano l'annus horribilis». Parole di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, al termine del suo consueto tour dei panevin, i falò che nella zona centrale del Veneto si accendono all'imbrunire della vigilia dell'Epifania per pronosticare la ventura del nuovo anno, che ha come tappa finale Arcade.
Qui, alla presenza di circa 6mila persone, si è bruciata la pira storicamente più alta, di oltre 15 metri. «La speranza, perciò - aggiunge Zaia - è che il 2012 consumi la coda finale della crisi, termine che in sè contiene già il concetto di soluzione».
Per quanto riguarda più strettamente il Veneto, l'auspicio di Zaia è che si porti a compimento il più velocemente possibile il «progetto di autonomia e federalismo». «Naturalmente - ha aggiunto - non sia da meno la speranza di una ripresa dell'occupazione e, soprattutto, dell'occupazione giovanile».
Il presidente veneto ha iniziato il suo giro dei panevin in provincia di Treviso da quello di borgo Soler di Fontanelle, per poi proseguire a Vazzola con quello di borgo Loreto e a Tezze di Piave, in località borgo Malanotte. Attraversato il fiume, infine, l'unico falò della "destra Piave" visitato è stato quello più famoso ed imponente, cioè ad Arcade.