Gruppo Alpini di Arcade - Sezione di Treviso |
Rassegna Stampa da Radio Veneto 1
ARCADE - “A mattina” oppure “a sera”? Sono state indecise sulla direzione da prendere, quest'anno, le faville del panevin di Arcade, il più grande della Marca, acceso la sera della vigilia dell'Epifania. Una metafora, forse, dell'incertezza dell'epoca attuale. Difficile, dunque, anche il tradizionale pronostico sull'anno appena iniziato: anche a causa del vento teso, i piccoli frammenti infuocati prima si sono diretti verso est (mattina, appunto) lasciando intendere una previsione negativa secondo l'adagio popolare “ciapa el saco e va a farina”, in seguito però, hanno virato decisamente verso ovest, a sera, direzione foriera di un'annata di abbondanza in ossequio al detto “de poenta pien a caliera”. Il governatore Luca Zaia ha optato per questa seconda interpretazione: “Speriamo che in quest'anno si esca dalla crisi”, ha commentato il presidente della Regione, dopo aver appiccato per primo le fiamme alla catasta, insieme al sindaco Domenico Presti e al capogruppo degli Alpini di Arcade Florindo Cecconato. E' stata la 45esima edizione del panevin di Arcade, per la prima volta allestito in piazza Vittorio Emanuele anziché sul sagrato della chiesa. Le penne nere dell'Ana, da sempre organizzatrici della manifestazione, avevano iniziato a raccogliere la legna il 26 dicembre. La costruzione della pira vera e propria ha richiesto 2-3 giorni. L'immane falò ha richiamato oltre 5mila persone. E quando tutti gli spettatori erano ormai a letto, i volontari, con ruspa e rimorchi, hanno provveduto a rimuovere ceneri e braci: a mezzogiorno dell'Epifania la piazza era di nuovo completamente sgombra.
Rassegna stampa da il Gazzettino
Zaia al panevin di Arcade: «Questa
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